Note sull’economia: La circolarità del sistema
L’attuale fase del capitalismo è dominata, come tutti sappiamo, da un eccesso
degli strumenti finanziari speculativi, la cui continua utilizzazione ha alterato
i meccanismo già imperfetti e classisti del capitalismo industriale. Qui non si
vuole ripercorrere la storia del capitalismo, ma solo “ricordare” che esso ha
attraversato fasi varie e che le banche e gli istituti finanziari in genere, da
strumento utile per permettere investimenti e liquidità alle aziende, sono di
fatto diventate istituti autonomi che perseguono interessi loro e dei loro
proprietari sino al punto di essere quasi del tutto disinteressate all’economia
reale ed ai meccanismi che la governano.
Si è perso così di vista che il sistema capitalistico è un sistema circolare Cosa
vuol dire “sistema circolare”? Vuol dire che il suo corretto funzionamento
prevede un investimento di capitali (il denaro, di seguito D), una produzione
(la merce, di seguito M) ed un ritorno in D a seguito delle vendite. Il ciclo
corretto è, dunque: D-M-D. Dunque un sistema circolare nella sua
funzionalità, che è caratterizzato da altri elementi, tra cui:
1. successione continua dei cicli economici. Forse si fa fatica a coglierla
perché il concetto di ciclo richiede un’astrazione concettuale mentre nella
realtà c’è un continuo intreccio dei cicli stessi. Si è già detto che il ciclo è un
processo concluso, le cui fasi teoriche sono: raccolta dei capitali necessari
(propri o di terzi come si vede in ciascun bilancio), investimenti per la
realizzazione di beni o di servizi, distribuzione e vendita oppure erogazione e
vendita, incasso. Se l’investimento è stato positivo si avranno degli realizzo
utili o, se è stato negativo, delle perdite (rientra nel rischio di investimento).
Nel primo caso il capitale investito viene remunerato; nel secondo no. Negli
investimenti rientrano sia il pagamento dei dipendenti sia quello dei fornitori,
necessari entrambi, per realizzare il ciclo svolgere. L’insieme del reddito
prodotto alimenterà il ciclo successivo;
2. tutti i fattori che concorrono alla realizzazione del ciclo sono connessi tra
loro sia sotto l’aspetto temporale sia sotto l’aspetto funzionale. Vale a dire che
deve esserci l’offerta di beni e servizi ma anche la domanda pagante per
acquistarli.
Il sistema funziona, appunto, se c’è equilibrio tra domanda ed offerta perché
produzione e distribuzione della ricchezza non sono entità separate o
separabili. Da qui bisogna partire; da qui dovrebbero nascere le politiche
correttive degli stati contro lo strapotere dei grandi detentori di ricchezza
mobiliare, dei trust produttivi e dei cartelli di fatto tra imprese, che alterano il
gioco del mercato. Se si vuole rimanere in un sistema capitalistico, tutte le
varianti che compongono il funzionamento del sistema devono essere tenute
in equilibrio. Se si favorisce eccessivamente una parte, poniamo quella relativa
alla remunerazione del capitale, il sistema va in sofferenza.
La domanda è un elemento indispensabile del ciclo
Nel sistema capitalistico la Domanda ha un ruolo essenziale sia quando è
manifesta sia quando è potenziale. In ogni caso l’imprenditore investe perché
ritiene che ci sia “realmente” una platea di consumatori che si potranno
permettere di pagare i beni o i servizi che egli propone.
Per mantenere in equilibrio questo sistema è necessario che la Domanda per
ogni nuovo ciclo sia pari a quella che si era manifestata nel ciclo precedente.
Nel caso di presenza di risparmi (si ha se il profitto dell’investitore è stato più
elevato o se i percettori di reddito hanno risparmiato per incertezza sul
futuro), essi dovrebbero essere totalmente investiti.
Per espandere il sistema è necessario che la Domanda cresca rispetto al ciclo
precedente. Come può accadere? Soltanto se è stata resa disponibile moneta
aggiuntiva a quella circolante sino ad allora o se c’è una domanda esterna
aggiuntiva. Di questo si parlerà meglio in seguito
Per ridurre il sistema bisogna, invece, che la Domanda sia minore di quella del
ciclo precedente. È quello che è accaduto da noi, e non solo da noi, in questi
anni allorché si è voluto drenare liquidità dai consumatori con le politiche che
conosciamo.
Questi concetti sono formalizzati indicando con Y il Reddito monetario che
viene ricavato dalla vendita sul mercato di tutti i beni e servizi prodotti, sia
che si tratti di beni di Consumo (C) sia che si tratti di beni strumentali (I).
Y è la somma dei Redditi individuali della popolazione, che possono essere
Salari (che si indicano con “W”), Profitti (che si indicano con P-greco, Π, o
con P) o Rendite, per le quali manca una specifica identificazione alfabetica.
Spesso si usa la lettera “i”, che però, più propriamente, indica il saggio di
interesse del denaro.
Y nel ciclo successivo verrà o Consumata (C) o Risparmiata (il Risparmio si
indica con S), per cui si avranno due possibili formule matematiche, che
corrispondono a due scenari economici: la prima è Y=C+I. Essa significa che
il Reddito monetario complessivo è stato interamente utilizzato per acquistare
beni di Consumo (C) o per operare investimenti in beni strumentali (I).
Entrambi i beni costituiscono il mercato; la seconda è Y=C+S. Essa significa
che il Reddito monetario complessivo è stato in parte utilizzato per acquistare
beni di Consumo (C), ma ne rimane una parte che viene risparmiata (S).
Cosa si deduce da tutto quello che prima è stato espresso? Che il sistema
capitalistico se funziona egregiamente come nel primo caso, assenza di
risparmio, si può riprodurre nei cicli successivi. Come mai accade allora che
esso abbia potuto espandersi nel passato o possa ancora farlo nel futuro?
Accade perché intervengono fattori esterni al suo funzionamento basico, con
buona pace dei sostenitori dell’equilibrio perfetto del mercato, che, per loro, è
l’unico vero regolatore dell’economia.