L'ultima lettera di Moscovici e Dombrovskis per un’ulteriore manovra di 3,5 mld, è un preludio al futuro memorandum previsto per la prossima primavera. Il PDS, poi, DS e PD ha attuato negli ultimi 25 anni le peggiori politiche neoliberiste: privatizzazioni massicce e molte norme restrittive dei diritti sociali, per adeguarsi totalmente alle linee dettate dall’Europa. In malafede o senza consapevolezza che i Trattati UE girassero a danno dei cittadini, specie i meno abbienti, i nostri politici hanno firmato ai tavoli dell’UE qualsiasi documento, a volte, senza comprenderne il contenuto. L’unione Europea è nata come Mercato comune (MEC) e le libertà professate non riguardano gli individui, ma i movimenti transnazionali del capitale finanziario, i trasferimenti delle imprese e l’elusione delle regole fiscali. La legislazione dell’UE favorisce il Mercato, lo si vede nei dettami alle agende dei governi sulle privatizzazioni, taglio della spesa pubblica e riduzione dei diritti sociali. Già negli anni ’90, il centrosinistra ha sposato la Terza via blairiana e il Pensiero Unico, l’adesione irresponsabile all’euro, il trattato di Lisbona e l’art. 126 del TFUE che ribadisce e rafforza i parametri di Maastricht e, dal 2011, ha votato le peggiori riforme strutturali di Monti, prima, e del PD renziano, poi. Presumo che la costituenda sinistra non abbia ancora l’idea sulla linea da tenere per contrastare le politiche di austerity, perché col prossimo memorandum rasenteremo la stessa disperazione in cui si è trovato il popolo greco dopo la resa di Tsipras. Le proposte programmatiche rischiano di diventare le solite promesse elettorali se non si prevedono gli strumenti necessari per contrastare le regole UE che ne impediscono la realizzazione e affinché il memorandum non si abbatta irrimediabilmente sul popolo italiano. La Sinistra, purtroppo, non sarà il partito di maggioranza, ma è necessario che abbia chiaro come ribaltare la Governance europea del two pack (sorveglianza rafforzata e monitoraggio delle politiche di bilancio degli stati in difficoltà) e del six pack (regolamenti su sanzioni e ammende, meccanismi di allerta e regolazioni di bilancio sul fiscal compact). Con le regole europee sul Patto di stabilità e crescita con il recepimento della direttiva 2011/85/UE sul fiscal compact, l’Italia è finita nella recessione, quindi l’art. 81 della Costituzione è tra le prime cose da smantellare. Ora vi è la certezza che quella crescita non riguarda l’economia italiana e di altri Stati europei, ma la sua distruzione, a favore della crescita dell’economia finanziaria internazionale e del profitto delle Corporation e quelle regole rafforzano la garanzia che ci impegneremo a pagare il debito pubblico, giusto o odioso che sia, per gli anni a venire. E’ necessaria un’alfabetizzazione a sinistra sulle politiche macroeconomiche e sulle regole internazionali scaturite dai Trattati per acquisire un piano di contrasto ai dettami neoliberisti affinché i punti programmatici che recitiamo a garanzia dei diritti possano trovare applicazione.
(Pubblicata su "Il Manifesto", sezione lettere, del 28/11/2017)