La “flat tax” di Salvini attua un sogno di Berlusconi prima e di Renzi poi, e più in generale accoglie una proposta fondamentale della destra economica, vale a dire una aliquota univoca, secondo quanto dichiarato ora delle imprese domani anche delle famiglie,
E’ l’abolizione della progressività fiscale, pur rigorosamente conclamata dall’art. 53 Cost, 2° comma. E’ vero che tale norma si riferisce al sistema tributario nel complesso, ma la fissazione dell’’aliquota della tassazione sui redditi è l’architrave del sistema tributario e pertanto la non progressività della prima si traduce automaticamente nella non progressività del secondo Per inciso non è chiaro se essa si applichi alle imprese per le quali vi è già qualcosa di analogo, come pur affermato da Salvini, e/o alle famiglie, per le quali non dovrebbe essere applicata subito sempre secondo le dichiarazioni di Salvini.
La progressività può essere recuperata a livello di detrazioni, ma l’uso della leva fiscale per un sistema di “welfare” viene meno. Evidentemente, la redistribuzione delle risorse viene definitivamente accantonata.
Il pragmatismo della proposta finalizzata ad ottenere un pagamento fiscale complessivo uniforme e certo, sulla base dell’assunto ragionevole che in molti, una volta che il prelievo fiscale sia contenuto, preferiscano evitare di sottrarsi ai propri doveri fiscali e di correre i relativi rischi sanzionatori, è encomiabile ma a prezzo di consacrare la sottrazione dei ricchi all’assoggettamento all’obbligo di solidarietà sociale e pertanto di considerare la stessa solidarietà sociale del tutto priva di valore.
Non è solo a favore dei piccoli imprenditori e delle partita IVA per acquistare un macchinario ed occupare più personale, come secondo la retorica di Salvini e del populismo di destra. All’esatto contrario, è a favore di tutti i ricchi e prescindere da ragioni di investimento, in quanto abolisce ogni tassazione progressiva. La detrazione è considerata una forma di recupero della progressività, ma lo può essere a livello equitativo, non a livello redistributivo di ricchezza.
E’ la rivincita della ricchezza che non sopporta più oneri a proprio carico, oneri che siano propri della sola ricchezza. Gli oneri, secondo tale posizione, devono essere eguali per tutti, a prescindere dal reddito. Prima, con il welfare” non si penalizzava la ricchezza –contrariamente a quanto affermato da parte liberista- ma la si costringeva a farsi carico della società. Ora, all’esatto contrario, la stessa non ha più obblighi e diventa emulativa, nel senso di perseguire i propri interessi non solo danneggiando ma anche distruggendo le altre categorie. Per fare questo, deve annichilire gli avversari e così assurgere a prototipo di un modello imperativo, in quanto l’unico valido ed efficace.
Il “welfare” non è fallito per eccesso di pressione fiscale, come insegna la destra. Si è esaurito per la mancanza di autosufficienza della propria pretesa di imporre vincoli al capitale che li accettò a suo tempo solo, strumentalmente, per paura del comunismo, per poi disfarsene immediatamente dopo il crollo dello stesso comunismo.
Con la “flat tax” il liberismo presenta un progetto caratterizzato da totalità e da omni-comprensività: più che un progetto è addirittura un modello autoreferenziale e autosufficiente. Per il liberismo che ha sempre affermato di aderire ad un’impostazione di pragmatismo e di forte attenzione nei confronti dell’empirismo, si tratta al contrario di impostare una visione basata sulla totalità in modo da far impallidire l’hegelo-marxismo. E’ la totalità di sistema: “rectius”: è il sistema che da sintesi è diventato ipostasi, tale da inglobare ed annullare ogni elemento.
E’ necessario, proprio da parte del marxismo inteso come dialettica materialista, privo di ogni visione idealistica e palingenetica, un sistema alternativo –in senso non rivoluzionario ma di riformismo estremamente intenso-: la totalità è necessaria ma come sintesi dei vari elementi e pensando sempre al sistema in via dinamica e soggetto a trasformazioni a correzioni, non come l’attuale capitale finanziario che rifiuta ogni correzione. Tale sistema alternativo deve essere basato sull’inserimento dell’impresa nel sistema, dove venga coordinata ed etero-diretta. Ciò sostituendo del tuto l’attuale situazione Invece che si sustanzia nel porre il sistema al servizio dell’impresa.
Se si rinunzia alla progressività, si esalta la disgregazione sociale. Ma la progressività è solo di facciata se non si controllano e non si rendono ufficiali i capitali.
La “flat tax” non è a favore delle piccola impresa contro il capitale finanziario ma al contrario si basa sulla globalizzazione e sulla delocalizzazione e sulla dematerializzazione con cui il capitale finanziario sposta i capitali dove più conviene. E’ una forma di tassazione che vuole perpetrare l’immortalità del capitale finanziario.