IL CREDITO
Dopo avere sostenuto che le banche svolgono il prezioso ruolo di raccolta dei Risparmi dalle famiglie per consentirne il trasferimento alle imprese sotto forma di prestiti per gli Investimenti, il P.U. sostiene che il saggio di interesse sarebbe il “prezzo” della Moneta che si realizza nel mercato dei Capitali per effetto del libero incontro della Domanda e della Offerta di Moneta. In primo,luogo, però, evita accuratamente di rivelare che, conti alla mano, mentre i Risparmi di fine-ciclo sono di media circa il 20% del PIL, gli investimenti produttivi sono circa 5 volte meno, ovvero appena il 3-5% del PIL! In secondo luogo, evita pure di ammettere che l’Offerta di Moneta creditizia è ormai quasi totalmente indipendente dai depositi dei correntisti. L’attuale livello di integrazione bancaria e l’uso generalizzato di Moneta elettronica hanno da tempo ridotto a frazioni infinitesime la percentuale di riserva prudenziale che le banche dovrebbero mantenere per evitare la bancarotta ove si diffondesse il panico tra i correntisti. Se teniamo buone le percentuali fissate a Basilea2 (valevoli solo per le piccole banche, non certo per i colossi bancari azionisti di controllo delle banche centrali a loro volta azioniste di controllo della BCE) si parla, a seconda degli impieghi, di una percentuale di riserva del 2% rispetto … al capitale sociale, non rispetto ai depositi! Questo significa due cose: a)che la percentuale di riserva non è “liquida”, consistendo in massima parte di immobili e titoli, e non di depositi; b)che le banche possono lecitamente prestare anche Moneta che non esiste nelle loro casse purchè il suo ammontare massimo sia contenuto in quell’importo il cui 2% è pari al loro capitale sociale: se esso è pari a € 1 Mld, potranno creare all’istante fino a € 49 Mld di Moneta elettronica e prestarla ad interesse, se 100 Mld, 4.900 Mld, e così via. E si calcola che la Moneta bancaria creata “allo scoperto” dalle banche private di tutto il mondo grazie a questo meccanismo moltiplicatorio virtuale (la così detta “riserva frazionaria” o “moltiplicatore bancario”) ed oggi in giro per il pianeta è così tanta che potrebbe comprare (senza pagare) circa 5 volte l’intero pianeta!
Per completezza va aggiunto che in forza di una convenzione contabile internazionalmente accettata le banche possono contabilizzare nei loro bilanci questa Moneta elettronica allo stesso modo di come contabilizzano i prestiti fatti con Moneta propria, ovvero iscrivendo al passivo l’importo mutuato (perché si sono impegnati verso i beneficiari del correntista a fare fronte ai suoi mandati di pagamento fino all’importo mutuato) e quindi iscrivendo il medesimo importo anche all’attivo (perché il mutuatario si è impegnato a restituire alla scadenza l’importo mutuato), con la conseguenza che alla restituzione annulleranno le due poste ed iscriveranno nel conto profitti e perdite solo la voce “interessi” pagando su di essi soltanto le relative imposte. Non distinguendo tra Moneta “propria” e Moneta non-propria “creata elettronicamente”, però, cosa accade alla restituzione? Accade che se in caso di liquidi propri non c’è nulla da ridire, in caso di Moneta non-propria e creata elettronicamente, non dovendo scrivere un bel nulla nel conto profitti e perdite e potendola iscrivere come se niente fosse nel loro stato patrimoniale, se ne appropriano in perfetta legittimità a costo zero ed esentasse (così detto “reflusso bancario”)!
E tutto ciò tacendo della prassi di creare una quantità di società operative apparentemente indipendenti ed in realtà “sorelle” delle banche finanziatrici, che possono così operare sul mercato con dotazioni pressoché infinite e a costo-zero praticando concorrenza “sleale” rispetto alle imprese indipendenti dal loro sistema integrato di banche, assicurazioni e imprese mercantili operanti sui mercati internazionali. Va sotto il nome di “signoraggio creditizio” il gigantesco introito derivante dal doppio privilegio concesso alle banche private dalla “riserva frazionaria” e dal “reflusso bancario”. Un introito gigantesco da cui discende un potere economico, politico e sociale altrettanto gigantesco. Un potere che va difeso ad ogni (altrui) costo da ogni possibile istanza di controllo democratico e che presuppone il silenzio omertoso di scienza, media e politici, ovviamente “pagato”.
Orbene, il P.U. giustifica il meccanismo del moltiplicatore dei depositi come derivante dal sistema bancario nel suo complesso e poi, negando nel modo più deciso la esistenza del reflusso bancario, nega che il sistema crei una Moneta creditizia che non venga poi nullificata alla restituzione. I suoi argomenti però sono inconsistenti dal punto di vista contabile e fattuale e sono solo il disperato tentativo di accreditare l’immagine “neutra” del sistema bancario e bloccare alla radice ogni possibile istanza di riforma dell’attuale architettura creditizio-finanziaria, e, quindi, della piramide di privilegi ad essa connessa.
Si rimanda per una disamina più puntuale alla corrispondente voce della sezione “come funziona davvero l’economia”.