IL SISTEMA FISCALE
Una volta ribadito quanto già detto alla voce “debito pubblico” nella sezione “Il Pensiero unico in economia” e nelle precedenti voci di questa sezione, il tema va ora trattato insieme a quello della corruzione, della criminalità comune e della evasione fiscale.
Per quanto riguarda la corruzione, vale la pena segnalare come essa non sia affatto il semplice prodotto della cattiveria dell’uomo, onde per cui dovremmo solo imputare a noi stessi la sua esistenza, dividendoci tra giustizialisti e rassegnati. Essa è infatti da sempre uno dei pilastri fondamentali su cui poggia ogni potere di classe, in quanto consente di fidelizzare i funzionari pubblici senza doverli strapagare ufficialmente e rendendoli nel contempo ricattabili, organizzando altresì una piramide delle corruttele che consente di sviare la imparzialità amministrativa ufficialmente rivolta a garanzia dei deboli, a favore di chi più riesce a corrompere, ovvero a favore di chi possiede più risorse economiche e politiche. E’ per questo che in ogni società classista ritroviamo una piramide di corruzione apparentemente incoercibile!
E non è nemmeno un caso che anche la criminalità sia così diffusa e apparentemente ineliminabile. Essa svolge infatti un ruolo molteplice al servizio del potere classista, in quanto: 1)devia verso uno sfogo antisociale la parte più turbolenta degli inoccupati e dei sottoproletari, alleggerendo nel contempo la pressione che rischia di sfociare verso il ribellismo sociale; 2)devia verso la piramide del crimine potenziali capi-popolo, trasformando parte della possibile protesta sociale in protesta individuale e integrando nella piramide potenziali avanguardie di lotta. 3)sposta verso uno sterile e ingenuo giustizialismo l’opinione pubblica ignara del suo significato politico e sociale; 4)permette un efficace controllo del territorio che si spinge fino alla colletta di voti clientelari indirizzabili verso i politici corrotti che promettono di usare la mano leggera verso la criminalità; 5)crea progressivamente una economia sommersa nella quale lo sfruttamento di classe è criminale e non sindacalizzato.
Per quanto invece concerne il tema della evasione fiscale, vale qui la pena sottolineare la specificità del caso italiano, la cui pressione tributaria al netto della evasione è superiore di circa il 3% rispetto alla media europea, mentre al lordo la supera di ben 20 punti percentuali! Come dire che se domani tutti gli evasori si pentissero e versassero spontaneamente quanto nominalmente a loro carico, si dovrebbero immediatamente ridurre di almeno 1/3 le imposte! Perché allora va così da oltre 50 anni? Semplicemente per criminalizzare 5 milioni di italiani e fare crescere a dismisura il numero dei sorteggiabili per i controlli, formando nello stesso tempo un esercito di piccoli contribuenti pronti a solidarizzare con la grande evasione, l’unica che veramente beneficia di questo terribile meccanismo sia in termini di mancate verifiche che in termini di egemonia culturale!