IL CAMBIO
L’euro “forte” serve solo ai detentori di Capitali, agli speculatori ed a chi intende delocalizzarsi, mentre servono loro anche gli strumenti che vengono utilizzati per renderlo “forte”, in quanto consistono in continui tagli deflattivi dei Consumi popolari interni pubblici e privati ed in insistiti e reiterati privilegi remunerativi, legislativi e fiscali concessi ai ceti possidenti. Per l’Export-Import è invece un boomerang, in quanto rincara i prezzi all’estero di tutte le nostre Esportazioni e rende meno care in Italia tutte le Importazioni, non solo quelle “necessarie”. In sintesi, dunque, la deflazione recessiva con euro “forte” dovrebbe piacere solo alla Rendita ed ai trust finanziarizzati, mentre all’intero mondo del lavoro (lavoratori e imprese medio-piccole) dovrebbe piacere la espansione inflattiva e l’euro “debole”. Se scienza, media e politici di ogni orientamento non chiariscono i reali termini di questo scontro di classe è perché “ci fanno” o “ci sono”, mentre solo i non esperti sono giustificati, pur se bisogna ammettere che meno economia si studia e meglio è se questa economia è quella del P.U!
In entrambi i casi, però, è assolutamente certo che non resta che darsi nuove rappresentanze politiche e maturare un nuovo senso della democrazia e del controllo democratico dei media. Tanto più ciò è vero quando si considera che a fronte di inflazioni interne diverse la competitività relativa delle varie imprese nazionali può essere agevolmente perseguita svalutando periodicamente la Moneta del paese che registra la più alta inflazione (perché si espande maggiormente e/o non riesce a contrastare efficacemente l’inflazione con calmiere e antitrust) rispetto a quella del paese a più bassa inflazione, di una percentuale … uguale al loro differenziale di inflazione! Non se ne parla, ancora una volta, solo perché è una opzione che presuppone logicamente l’abbandono della deregulation valutaria e borsistica e perchè avvalora scientificamente la possibilità di fondare la espansione sullo sviluppo dei Consumi popolari interni pubblici e privati e smentisce la tesi pseudo-liberista che è il Risparmio il “motore” della economia mentre la Domanda interna è un solo un freno, e pure pericoloso, spostando brutalmente a sinistra l’asse del dibattito politico-economico.